Le cicatrici sono tutte uguali?
La risposta è no, esistono diversi tipi di cicatrici che si differenziano per forma e densità. Si possono classificare principalmente in normali, ipertrofiche, cheloidee e atrofiche.
Le cicatrici normali, derivano dal normale processo di guarigione di una ferita, sono lisce, ipopigmentate, piatte e prive di peli, in quanto il tessuto è di origine fibrotica.
Le cicatrici ipertrofiche derivano da alterazioni del normale processo di cicatrizzazione, poichè sono caratterizzate da un'iper produzione di tessuto connettivo. Queste cicatrici sono in rilievo, di colorito roseo e di forma irregolare nonostante i margini siano ben definiti. Inoltre sono di consistenza fibrosa, dura e caratterizzate da una superficie liscia. Spesso questo tipo di cicatrice è dolente indipendentemente dalla palpazione.
Nei casi in cui sia presente nei pressi di un'articolazione, la cicatrice si ritira collando, trascinando con se i tessuti circostanti fino ad impedire una corretta mobilità dell'articolazione.
Le cicatrici cheloidi ricordano quelle ipertrofiche per caratteristiche, ma si differenziano per i margini. Infatti mentre le cicatrici ipertrofiche sono limitate alla ferita, quelle cheloidi si estendono anche sulla superficie sana che le circonda.
Per quanto riguarda le cicatrici atrofiche, sono caratterizzate da un vero e proprio affossamento della pelle nella zona della ferita, in pratica il processo di cicatrizzazione va all'opposto rispetto alle cicatrici ipertrofiche o delle cheloidi.
In realtà, le depressioni delle ferite sono normali nelle prime fasi di cicatrizzazione. In genere tendono a scomparire lasciando sottili alterazioni, quasi impercettibili. Se, però, la depressione permane nel tempo, si inizia a parlare di cicatrici atrofiche. Ovviamente gli esempi più comuni ne sono le cicatrici recidive dell'acne e della varicella.
Quello che succede in questi tipi di cicatrice, riguarda una mancanza di tessuto connettivo sotto cutaneo che ne provoca la depressione.