Le ore di riposo notturno ci consentono di “ricaricare” il nostro organismo attraverso il passaggio, tra due stati, che si susseguono più volte nel corso della notte: il sonno REM e il sonno non-REM. La fase REM vede un rilassamento generale dei muscoli ma rapidi movimenti degli occhi, e si contraddistinguono per la presenza di sogni intensi e vividi. Nella fase non-REM, invece, si parla di uno stato di sonno profondo dove l'organismo si rigenera, ripristinando le riserve metaboliche.
Grazie al passaggio tra questi due stati, il riposo notturno ci aiuta a consolidare i ricordi e a rinforzare le nostre capacità cognitive. Dormire bene serve a ripulire il cervello dalle tossine prodotte dai neuroni durante il giorno oltre che da memorie inutili. Infatti, durante il sonno gli spazi fra le cellule cerebrali si dilatano del 60% e questo consente di drenare le sostanze tossiche per il cervello.
Se il sonno ha tutte queste importanti funzioni, immaginate gli effetti psico-fisico che la deprivazione di sonno può avere sull'organismo. Questi effetti possono essere leggeri come l’astenia, ovvero una sorta di stanchezza costante durante il giorno, oppure la difficoltà a mantenere la concentrazione, deficit di memoria, aumento degli stati depressivi o dell’irritabilità. A queste problematiche, possono aggiungersene altre più severe: come l’ipertensione o i problemi cardiovascolari, ma anche il diabete, perché la carenza di sonno influenza il metabolismo e i livelli di insulina.
Le posizioni assunte durante il sonno sono fondamentalmente 3 (o 4):